Il Venerdì Santo è il giorno più importante della vita di fede di un cristiano e costituisce una occasione preziosa per potere contemplare la grandezza dell'amore di Gesù e della Madre, attraverso la memoria del dolore che la Croce produce nei loro cuori. Questa sofferenza fisica, interiore, spirituale e sentimentale è la prova inconfutabile di un amore perfetto che trova la sua espressione visibile nel perdono concessoci da Cristo sulla Croce.
La festa del SS. Crocifisso di Aracoeli ci permette, quindi, di avvicinarci a tale amore attraverso un memoriale sulla croce e sul dolore di Cristo e della Madonna che non è un semplice ricordare, ma un più profondo e attento rivivere e partecipare in perfetta comunione di fede e di cuore alle sofferenze della Passione.
In tale ottica i "Babbaluti", protagonisti della penitenza, simboleggiano l'umanità intera redenta dal Signore, che cosciente della salvezza da Lui ricevuta, con un atto di conversione pura si sottomette a Dio, diventando essa stessa partecipe delle sofferenze di Cristo, per completare nella sua carne ciò che manca ai patimenti del Signore.
La festa ha un altissimo valore spirituale, contrariamente a quanto da tanti ritenuto, specie sul rito del "Babbaluti".
Il "Babbaluto", rivestito del suo saio, con i piedi scalzi, prostrandosi davanti al Signore, baciando a terra e sottoponendosi al peso della vara, sul cui trono siede il dolore della passione di Cristo e il dolore della passione della Madre, mostra a Dio di avere finalmente compreso che la libertà dell'uomo non consiste nel farsi Dio, nello sfidare il Signore, nell'allontanarsi dal Padre, nel coltivare il proprio io, nell'obbedire al proprio egoismo, ma nel ritornare a Dio con il cuore contrito e penitente, nell'affidarsi totalmente a Lui, abbandonandosi alle sue braccia, e nel desiderare solo ed esclusivamente la realizzazione della Sua volontà, riconosciuta ora come unica volontà in cui è il bene dell'uomo. Il "Babbaluto" incarna in un certo senso lo spirito del "Figliol Prodigo", ma con la ulteriore positiva convinzione che la motivazione per cui torna al Padre Misericordioso non è il bisogno materiale, ma l'infinito bisogno spirituale del suo amore di Padre.
- Testo tratto dal sito "Camminoin.it".
- Foto tratte dal web.


